L’epilazione laser medicale è stata formalmente riconosciuta ed approvata dalla Food and Drug Administration nel 1996 ed ha oggi ha raggiunto un eccellente profilo di efficacia e sicurezza. Inquadrata la diagnosi relativa all’inestetismo dell’eccesso di peli superflui (è necessaria una visita clinica ed in casi selezionati è indicato effettuare alcuni accertamenti di laboratorio, strumentali ed in taluni casi un confronto con altri specialisti complementari, come il ginecologo e l’endocrinologo), lo standard ottenibile con le odierne tecnologie laser-medicali ad alta potenza, accoppiate con idonei sistemi di raffreddamento, è la progressiva riduzione della crescita dei peli, purché questi siano pigmentati (ovvero non bianchi o molto chiari).
In generale, il numero medio di sedute necessarie per ottenere una riduzione significativa e numericamente soddisfacente della crescita dei peli in eccesso in una data area anatomica è tra 4 e 7, distanziate mediamente almeno tra 1 mese e mezzo e 3-4 mesi, in relazione alla sede anatomica e alla velocità di crescita, alla disponibilità del paziente, alla stagionalità (nell’imminenza dell’esposizione solare e/o su pelle abbronzata se è possibile è meglio soprassedere al trattamento). I risultati attesi includono la riduzione del numero assoluto di peli, la loro sostituzione con peli sottili e poco o non visibili e un rallentamento significativo della crescita.
L’evidenza scientifica ha portato a rivisitare recentemente il concetto di fotoepilazione laser:
Bisogna poi distinguere tra epilazione permanente e epilazione completa: “fotoepilazione completa” si riferisce alla assenza di peli in ricrescita (ovvero alla riduzione del numero dei peli in ricrescita prossima allo zero): l’epilazione completa può chiaramente essere a sua volta “temporanea” o “permanente”.
Le tecnologie laser, SWT e IPL ad alta potenza oggi disponibili, esclusivamente ad uso medicale, producono abitualmente una epilazione completa temporanea della durata di 1-3 mesi dopo ogni seduta, seguita da una epilazione parziale (riduzione numerica non completa), ma permanente, che diventa numericamente più significativa con il progredire del numero delle sedute.
Deve essere chiarito che, in base alla analisi degli studi disponibiili, non vi sono ad oggi evidenze sufficienti per stabilire che la fotoepilazione laser sia un sistema per ottenere indefinitamente la mancata ricrescita dei peli nelle aree trattate, ma è esperienza comune che i risultati in aree anatomiche sollecitate normalmente dall’attività ormonale, i risultati di lungo termine sono estremamente stabili, ed è non infrequente dilatare moltissimo gli spazi tra le sedute di mantenimento, anche di parecchi mesi. E’ infatti normalmente previsto un periodico perfezionamento e mantenimento dei risultati ottenuti, con sedute distanziate in base a valutazioni oggettive (risultati ancora effettivamente insufficienti a giudizio del medico, coesistenza di variabili patologiche – es. coesistenza di una affezione su base ormonale ch contrasta il risultato) e a variabili anche soggettive (percentuale di soddisfazione del paziente).
In sintesi una tecnologia laser per epilazione medicale ad alta potenza può fornire oggi i seguenti risultati:
Le aspettative di ogni paziente che richiede questo tipo di trattamento medico devono essere pertanto calibrate su questi concetti: c’è chi vuole la eliminazione dei peli in aree limitate chi in aree estese, chi richiede la riduzione temporanea della ricrescita, chi la riduzione permanente. Come spiegato, ottenere una ricrescita ritardata è relativamente facile anche con sistemi a bassa potenza, rispetto ad ottenere una epilazione permanente, che necessita di sorgenti medicali ad alta potenza e che può richiedere più sedute, nonchè di perfezionare il trattamento in alcuni punti negli anni, ma permette risultati efficaci quantitativamente e qualitativamete in un numeri di sedute relativamente contenuto.
Sono disponibili diverse tecnologie di riferimento, che si dimostrano similmente efficaci sui peli pigmentati ma, ad oggi, i pazienti con peli bianchi, biondi o rossi hanno risultati inferiori o assenti ( peli bianchi), ovvero è difficile in questi casi garantire una epilazione permanente, dovendosi ricorrere a sistemi alternativi ed integrativi. L’efficacia pertanto della epilazione permanente dipende, oltre che dalle tecnologie, dal colore e spessore dei fusti piliferi, dall’area anatomica (differenti ritmi di crescita talora in aree adiacenti), da variabili ormonali in gioco.
Gi studi basati sulla conta dei peli in aree di riferimento indicano normalmente una riduzione significativa del 10-30% della ricrescita dei peli per area trattata per ciascun trattamento eseguito, indicando la necessità di trattamenti multipli per ottenere un risultato significativo (epilazione permanente). La scelta della tecnologia e dei parametri di impiego dipende principalmente dal colore della carnagione e dal colore dei peli ed è di pertinenza del medico, che deve saper adattare la o le tecnologie a disposizione ( es. laser o IPL medicale) alle esigenze di quel momento in quel paziente: in senso generale le pelli scure e l’abbronzatura possono costituire un problema, che si può contenere selezionando sorgenti a lunghezza d’onda lunga. In senso lato, se è oggi possibile trattare pelli scure, è ideale soprassedere al trattamento di pelli abbronzate e l’esposizione solare dovrebbe essere evitata prima e dopo la procedura di fotoepilazione.
Il numero di sedute necessarie per ottenere una epilazione permanente in una determinata area anatomica in un singolo paziente non è ad oggi determinabile con certezza a priori: in alcuni casi è sufficiente un singolo trattamento laser, mentre la maggioranza dei pazienti può ottenere una epilazione permanente (80-89%) in 5-7 sedute, talora di più. Spesso i peli terminali, cioè grossi e maggiormente visibili, vengono sostituiti da peli sottili (intermedi e velli), poco o non visibili: si ha pertanto una percezione migliore del risultato, che è legata non solo alla riduzione del numero assoluto dei peli, ma anche alla riduzione del diametro del fusto e del colore. A risultato soggettivamente ed oggettivamente sufficiente, è prospettabile un mantenimento e perfezionamento dei risultati, di norma con 1-2 sedute all’anno o tempi più lunghi, non essendo ad oggi garantibile la assenza totale e perenne di ricrescita nelle aree trattate. L’evidenza attualmente disponibile indica che la sospensione completa del trattamento può infatti portare nel tempo a una graduale ricrescita, in alcune aree anatomiche particolarmente sollecitate dagli ormoni, magari non completa ma rilevante. In caso di resistenza al trattamento, ovvero di evidenza di una percentuale di miniaturizzazione insufficiente, o peggio di un aggravamento nel tempo, può rendersi necessario eseguire alcuni accertamenti e, talora finalizzate ad abbinare terapie di supporto: in questi casi di solito coesistono o si evolvono disfunzioni a carattere ormonale.
La fotoepilazione laser è controindicata quando:
La fotoepilazione laser è in grado di ottenere eccellenti risultati nella pseudofollicolite da inclusione pilare ( cd. “peli incarniti”, in aree quali il collo la guancia e la nuca nel maschio, l’area inguinogenitale nelle femmine ) , in particolare sui segni discromici ( macchie rosse e brune) spesso associate a questa comune affezione. Vi sono inoltre evidenze della utilità della fotoepilazione laser ad alta potenza nel trattamento della idrosadenite suppurativa. Le complicazioni sono limitate e rare se i trattamenti sono eseguiti negli ambienti idonei e nelle condizioni di sicurezza richieste in ogni procedura laser medicale: gli effetti indesiderati più comuni sono alterazioni temporanee della pigmentazione.