Si tratta di un principio fisico di recente introduzione nel campo delle tecnologie laser applicate al trattamento della pelle. Esso sfrutta conoscenze già note nella interazione tra laser e tessuti, ed è applicabile a tecnologie laser ablative e non ablative. Si è cercato con questo nuovo principio fisico di trovare un’alternativa ai trattamenti di laser resurfacing tradizionali, che implicano periodi di guarigione postoperatori variabili da alcuni giorni (laser resurfacing superficiale e medio) a un paio di settimane (resurfacing profondo).
I risultati di un laser resurfacing con laser CO2 o Erbium di ultima generazione sono senz’altro di primo livello su texture, rughe, lassità tessutale: bisogna però essere preparati obbligatoriamente dal medico ad affrontare un periodo di medicazioni e di guarigione nel periodo postoperatorio, che andranno effettuate a domicilio e in ambulatorio con regolarità. E’ nata l’esigenza di sfruttare le proprietà di queste tecnologie e di avvicinarsi ai risultati di un resurfacing tradizionale, trovando però il sistema di limitare al minimo il periodo postoperatorio, garantendo una rapida ripresa delle proprie attività sociali e lavorative.
Frazionare un laser ablativo ( CO2 o Erbium), implica in estrema sintesi concentrare le proprietà di ablazione e termostimolazione dei tessuti trattati dal raggio laser, ove questa sia richiesta, solo in corrispondenza di punti precisamente disegnati da uno specifico strumento (manipolo dedicato o scanner), e con parametri selezionati da un software dedicato. I punti di ablazione sono della dimensione di alcune decine di millesimi di millimetro, quindi difficilmente visibili a occhio nudo, e sono separati da ponti di cute indenne.
Queste microcolonne di laser – ablazione, stimolano un processo di guarigione e ristrutturazione della pelle simile a quello ottenibile con un trattamento massivo dell’intera superficie trattata, ma limitatamente ai microscopici punti. Ciò produce un sensibile vantaggio: i tempi e le conseguenze nel processo di guarigione sono modesti, tanto da non dovere interrompere le proprie attività lavorative.
A differenza di un laser resurfacing tradizionale, l’azione puntiforme del laser ablativo frazionale produce conseguenze che si completano in un week end. Si produce un eritema e del gonfiore della durata di 12-24 ore. Può comparire una lieve desquamazione brunastra tra il 2° e il 4° giorno. Il trattamento richiede l’impiego di prodotti locali ad azione emolliente. Di solito non è necessario interrompere le proprie attività, anche se è consigliabile pianificare il trattamento laser frazionale a ridosso di un week end. Come spiegato, il laser frazionale ablativo, CO2 or Erbium genera una ablazione ed una eventuale termostimolazione: a differenza di un resurfacing tradizionale questo fenomeno è puntiforme.
L’azione ablativa e la termostimolazione puntiforme dei tessuti genera un fenomeno di guarigione in tempi estremamente brevi rispetto ai resurfacing dell’intera superficie. Ma, in profondità, il processo di guarigione innesca un virtuoso meccanismo di rigenerazione, che procede nelle settimane successive, portando a:
Il trattamento è mini-invasivo, la fase postoperatoria impegna lo spazio di un weekend, ed è possibile riprendere le proprie attività con scarso o assente imbarazzo. Ovviamente anche i risultati, rispetto a un resurfacing tradizionale con tecnologie laser ablative, sono anch’essi frazionali. Il trattamento è però ripetibile dopo alcune settimane, permettendo di accumulare e consolidare i risultati, ottimizzando la resa del trattamento nelle eventuali aree più critiche. Con il trattamento laser frazionale è possibile pertanto”rateizzare” il proprio impegno nel periodo post-operatorio di un resurfacing tradizionale, con la prospettiva di ottenere dopo un certo numero di sedute, risultati comunque di primo livello.