La cicatrice rappresenta la conseguenza di un complesso processo di riparazione di un danno tessutale profondo. I meccanismi di riparazione cutanea si attivano immediatamente, nel momento stesso del danno tessutale, e si evolvono progressivamente fino al consolidamento della sua riparazione, nello spazio di parecchi mesi. Il processo di guarigione quindi è il “miracolo” elaborato dalla natura, che permette la riparazione di un danno tessutale che rimarrebbe altrimenti irrisolto.
In medicina il processo di cicatrizzazione della pelle può essere ottimizzato con vari sistemi di cura e di supporto fino dalle sue prime fasi, con le medicazioni proporzionate al tipo di danno tessutale occorso. Nel caso di cicatrici patologiche o non ottimalmente consolidate, è possibile supportare il processo di guarigione co rimedi correttivi e riabilitativi. Quando il tessuto cicatriziale è in formazione o si è ormai consolidato, vi è oggi anche la possibilità di fruire delle proprietà di alcuni laser per riabilitare ed ottimizzare il processo cicatriziale.
Come deve essere regionevolmente comprensibile, non esiste però un laser universalmente adatto per ogni cicatrice, ovvero il ” laser che cancella le cicatrici”. Sono disponibili infatti di versi tipi e protocolli di trattamento, con differenti tipi di laser e modalità di erogazione dell’energia luminosa, che lo Specialista può decidere di privilegiare caso per caso, di solito in abbinamento con trattamenti medici in ambulatorio e/o domicilio. Infatti gli studi scientifici di questi ultimi anni hanno permesso di accumulare conoscenze migliorate sul processo cicatriziale, che ci permettono di impiegare al meglio anche diversi tipi di piattaforme laser e protocolli di impiego adatti al trattamento delle cicatrici.
Nel trattamento laser delle cicatrici possiamo infatti impiegare, a seconda dei casi, sorgentilaser vascolari, laser nel vicino infrarosso, laser frazionali non ablativi ed ablativi e laser Q- switched. Nel caso specifico e più comune delle cicatrici ipertrofiche e delle più rare cicatrici cheloidee(cheloide), ci si trova di fronte ad una deviazione del normale processo di guarigione, talora espressione di una predisposizione individuale: la cicatrice ipetrofica si caratterizza per un tessuto cicatriziale spesso ed esuberante rispetto a quanto atteso, mentre nel cheloide, affezione più rara e più seria, la cicatrice assume un atteggiamento proliferativo, aumentando di dimensione ed estensione oltre la dimensione originale della ferita, spesso accompagnato da prurito o dolorabilità, tipicamente resistendo ad ogni trattamento.
Il laser in questi casi è valido supporto per una terapia integrata medica, ambulatoriale e domiciliare, che di solito prevede sedute molteplici, con la funzione di ripristinare un processo cicatriziale normalizzato, cosa che non sempre va a buono fine, specialmente nel caso dei cheloidi.
Nelle cicatrici atrofiche, così come nelle strie atrofiche (le cosiddette smagliature, quando consolidate e di vecchia data) invece, il tessuto connettivale risulta assottigliato, spesso depresso rispetto al piano cutaneo, configurandosi spesso un aspetto simile ad una brutta smagliatura grigio-biancastra. Nella smagliatura vera e propria, il processo di guarigione avviene direttamente all’interno del derma dopo una sollecitazione meccanica tale da superare i suo limite elastico fino ad arrivare ad un punto di rottura: a questo consegue di solito una fase infiammatoria ( stria rossa), di solito della durata di parecchi mesi, ed una lenta evoluzione a stria grigia, del tutto simile ad una cicatrice atrofica, ma di solito di aspetto ancora più biancastro, a causa della disposizione particolare, unidirezionale, del collegare neoformato durante il processo di guarigione, che conferisce il caratteristico aspetto perlaceo di molto smagliatur di vecchia data, a causa della birifrangenza dei fasci di neocollagene.
In questo caso i trattamenti proposti mirano a migliorare la fase congestiona ( stria rossa), nei limiti di quanto possibile, di solito sfruttando le proprietà dei laser vascolari, e la complanarità, la compattezza ed il trofismo della cicatrice, nella fase di stria grigia, in analogia a quanto viene effettuato nelle cicatrici di tipo atrofico. Anche in questo caso i trattamenti laser hanno di solito un ruolo integrativo di terapie domiliari ed ambulatoriali differenziate.
Deve infine essere ulteriormente chiarito che i trattamenti laser hanno un importante ruolo riabilitativo e curativo delle cicatrici, ma che non è possibile in alcun modo sostituire un esito cicatriziale, per quanto piccolo e poco percettibile, con il tessuto sano, quale prima del danno o trauma occorso. Il trattamento laser di una cicatrice o di una smagliatura va visto come una riabilitazione molto spinta della cute, con il fine ultimo di minimizzare l’impatto estetico del difetto cutaneo: questo implica che in alcuni casi occorre molta umiltà e realismo ed accettare un risultato parziale.