Oggi esistono tecniche specialistiche per la diagnosi e per il trattamento delle lesioni pigmentate della pelle efficaci e basate sull’impiego di tecnologie perfezionate rispetto a quanto disponibile in passato.
Le tecnologie laser pigmento – specifiche che utilizzano il principio della fototermolisi selettiva, sono in grado di di colpirespecificamente il bersaglio pigmentato all’interno della pelle, rispettando oltremodo i tessuti circostanti. Si possono utilizzare laser pigmento specifici a pulsazione lunga, sorgenti policromatiche (IPL o luce pulsata) e in buona parte dei casi risultati di primo livello si possono ottenere soltanto con tecnologie laser Q switched.
Il trattamento selettivo di bersagli pigmentati posti all’interno dei tessuti rispettandone la struttura è finora una delle applicazioni più avanzate delle tecnologie laser in medicina. Gli scienzati hanno messo a punto tecnologie laser, caratterizzati da lunghezze d’onda idonee (principalmente 532, 585, 694, 650, 755, 1064 nm) in grado di veicolare enormi quantità di energia termica specificamente all’interno del target pigmentato in tempi nell’ordine dai millesimi ai milardesimi di secondo.
Lesioni cutanee pigmentate benigne: cosa sono?
Una ”macchia” o lesione palpabile pigmentata è causata da un eccesso di pigmento nella pelle, abitualmente a causa della esposizione ultravioletta o di fattori congeniti od acquisiti. Nella pelle infatti esistono cellule specializzate nella produzione delle melanine, il pigmento che dà il colore alla pelle, dette melanociti: le melanine vengono depositate in piccolissimi contenitori detti melanosomi, pronti ad essere distribuiti nello spessore dell’epidermide in base alla necessità di protezione solare (abbronzatura). Una concentrazione di melanociti e/o di melanosomi in un’area ristretta della pelle o di una mucosa produce una lesione iperpigmentata. Ogni “macchia” può avere però una struttura e una natura diversa, che deve essere correttamente valutata prima di effettuarne il trattamento.Una parte importante del trattamento delle lesioni pigmentate è infatti la diagnosi di certezza.
Il dermatologo, oltre che della propria competenza diagnostica di specialista della pelle, si può avvalere di strumenti diagnostici particolari, come ladermoscopia ad immersione ed in luce polarizzata, per identificare e differenziare le lesioni cutanee e mucose pigmentate: in caso di dubbi diagnostici non risolvibili è di norma indicato non effettuare il trattamento laser, e procedere invece ad una piccola biopsia incisionale o, nella maggior parte dei casi, ad una asportazione chirurgica completa (biopsia escissionale) e all’esame istopatologico. Di norma infatti i nei melanocitici (nei) non debbono essere trattati con tecnologie laser, assolutamente mai in caso di dubbio diagnostico.
E’ invece possibile trattare efficacemente “macchie senili” (o solari), lentiggini (simplex), efelidi, macchie caffè latte, nevi di Becker e rare malformazioni pigmentate quali nevi di Ota e di Ito, ed altri tipi di lesione pigmentata, come ad esempio i tatuaggi traumatici (es. da asfalto) e i tatuaggi professionali e non professionali, che richiedono però una trattazione a parte.Tatuaggi traumatici, artigianali e professionali sono abitualmente trattati solo con tecnlogie laser Qswitched.
Oggi vi è disponibilità presso Qderm di sorgenti laser Q. switched policromatiche di ultima generazione, ovvero con differenti lunghezze d’onda, con profilo di emissione del raggio laser particolarmente adeguato alla tecnologia, per mettere il medico in grado di personalizzare al massimo il tipo di tecnologie ed il tipo di trattamento effettuabile su ogni specifica lesione. Le lesioni pigmentate benigne più comunemente trattate sono le “macchie senili” che, in realtà, possono esser di differente natura e possono dovere essere trattate con modalità e tecnologie laser differenti.
La richiesta di trattamento delle “macchie” brune è molto comune, non essendo di solito gradito nella propria relazione con sé stessi e con gli altri, specialmente sul viso, sul dorso delle mani e decoltè, in persone di ogni fascia di età e sesso. In questi casi, purchè la diagnosi dermatologica sia certa, oggi sono disponibili tecniche e tecnologie specialistiche che permettono risultati eccellenti nel trattamento della discromie benigne, con la garanzia di elevato profilo di sicurezza.