L’iperidrosi primaria si caratterizza per una sudorazione eccessiva e non controllabile, in assenza d causa organiche. Comunemente essa coinvolge il cavo ascellare, le superfici palmari e plantari, ma può coinvolgere il viso e l’inguine. L’iperidrosi secondaria può essere causata da disordini endocrini (es. ipertiroidismo), tumori secretivi (es. feocromocitoma, alcun forme di leucemia e di linfoma), disordini del sistema nervoso simpatico, alcuni disturbi neurologici (es. il morbo di Parkinson) o disturbi psichiatrici. Una aumentata attività sudorale si può osservare nella menopausa, sotto l’effetto di alcuni farmaci (alcuni antidepressivi, venlafaxina, tamoxifene, antagonisti del GRH, ed altri).
Il sistema nervoso simpatico agisce al di fuori della sfera della consapevolezza ed utilizza la sudorazione per regolare la temperatura del nostro corpo. Le ghiandole sudoripare coinvolte in questo sistema di controllo producono il sudore liquido e sono dette ghiandole sudoripare eccrine: esse hanno la maggiore distribuzione nelle aree sopracitate, coinvolte nella iperidrosi. In alcuni casi di iperidrosi c’è anche una predisposizione genetica su base familiare.
Stabilita la diagnosi, identificata l’eventuale causa della ipersudorazione (iperidrosi secondaria) è possibile effettuare un trattamento sintomatico causale del problema dell’iperidrosi (primaria) , con diversi tipi di rimedio. Fra le terapie oggi più accreditate per il trattamento della iperidrosi ascellare primaria severa e resistente ai rimedi di primo livello vi è il trattamento con neurotossina botulinica, formalmente approvato per questa indicazione.
Il trattamento consiste nell’inoculazione di microdosi del farmaco (anatossina botulinica di tipo A) con aghi sottilissimi, valutando l’effetto sul test di Minor, che permette di valutare quantitativamente l’attività sudorale nell’area trattata prima e dopo il trattamento. La neurotossima botulinica è di supporto nel controllare i sintomi dell’iperidrosi (eccessiva sudorazione) ascellare bloccando temporaneamente il segnale chimico che passa dalla terminazione nervosa che comanda l’attività della ghiandola sudoripara: se la ghiandola sudoripara non è più stimolata, smette di funzionare.
La limitazione all’attività ghiandolare sudoripara ha effetto soltanto nell’area trattata, mentre non ha effetto su sedi poste a distanza. L’azione della neurotossina è inoltre transitoria e reversibile. Studi accreditati dimostrano che la durata del controllo efficace da parte della neurotossina botulinica di tipo A sulla iperidrosi ascellare può durare dai 6 ai 7 mesi, ed il trattamento è ripetibile.
Il trattamento con neurotossina A dell’iperidrosi ascellare è di pertinenza esclusivamente del medico.