La terapia fotodinamica (PDT) è una innovativa forma di trattamento non invasivo (non chirurgico) di alcune importanti alterazioni dello stato di salute
della pelle, di natura pre-tumorale e di alcune forme di tumore cutaneo, tramite l’azione selettiva sulle cellule alterate superficie della pelle (epidermide) di sostanze attivate da particolari sorgenti di luce.
Queste aree della pelle dove l’epitelio (la superficie cutanea) presenta delle irregolarità del funzionamento cellulare ed architetturale si chiamano cheratosi attiniche (o cheratosi solari): sono espressione di un danno solare accumulato nel tempo, di solito in una persona adulta e matura, si presentano di norma come aree di ruvidità della pelle, in aree esposte al sole, principalmente del viso e del cuoio capelluto, in stadi più avanzati accompagnate da rossore, squamosità aderente che si riforma se asportata e facilmente può sanguinare; nelle forme ipertrofiche possono assomigliare ad irregolari verruche aderenti al piano cutaneo.
Vi è accordo nel trattare precocemente questo tipo molto comune di lesione cutanee, spesso numerose, per prevenire una potenziale evoluzione tumorale (precancerosi cutanea) e di tenere sotto controllo, nei soggetti predisposti, il cosiddetto “campo di cancerizzazione”, al fine di cogliere sul nascere eventuali nuove lesioni, anche se oggi la medicina è orientata ad un trattamento precoce e preventivo anche delle aree predisposte.
La terapia fotodinamica (PDT) è efficace nel trattamento delle cheratosi attiniche superficialidel viso e del cuoio capelluto, dell’epitelioma spincellulare intraepiteliale (morbo di Bowen) e deicarcinomi basocellulari superficiali (con spessore accertato inferiore a 2 mm). Nel caso dicheratosi attiniche ipercheratosiche, la PDT è efficace se precedute da appropriato pretrattamento della componente squamosa con emollienti, curettage, trattamento laser delle squamo croste.
La terapia fotodinamica è una metodica non invasiva che sfrutta le proprietà di una sostanza di derivazione naturale (acido 5-aminolevulinico, acido metil-aminolevulinico), la quale viene applicata sulla parte cutanea affetta e sulle aree circostanti, viene assorbito selettivamente da cellule epiteliali alterate e non da quelle sane, viene lasciata agire per alcune ore (mediamente da 1 a 3 ore), durante le quali è possibile proseguire e proprie attività senza particolari precauzioni, con l’unico disagio della medicazione occlusiva applicata in ambulatorio sulla parte da trattare successivamente. Esiste poi anche una terapia fotodinamica sistemica, raramente impiegata in dermatologia, che prevede l’impiego di un farmaco somministrato per via generale in ambienti specialistici.
Dopo aver atteso un tempo congruo, la sostanza di derivazione naturale applicata sulla pelle è penetrata nelle cellule malate: a questo punto la superficie cutanea è esposta ad una luce di una particolare lampada ad alta intensità (sorgente LED), che emette una luce intensa con una determinata lunghezza d’onda (abitualmente rossa) per un tempo di esposizione tra i 10 e i 20 minuti. Questa luce specifica ha la proprietà di attivare la sostanza (ALA) penetrata selettivamente nelle cellule alterate e di produrre una reazione fotochimica (fotoattivazione dinamica) che ne comporta l’eliminazione (reazione fotochimica). La cute trattata appare arrossata. ed in alcuni casi desquamante per qualche giorno e per le prime 48 ore è necessario non esporsi alla luce intensa ed al sole. Nei giorni successivi si può formare una squamocrosta e la parte andrà medicata a domicilio ed in ambulatorio secondo istruzioni consegnate e discusse con il paziente: il processo di guarigione di solito si risolve in 7-10 giorni.
II risultati della PDT sono verificati a distanza (di solito 1 a 3 mesi) e vi è la necessità di controllare periodicamente le condizioni della pelle nelle aree trattate e, più in generale, nelle altre aree esposte al sole, per identificare eventuali nuove lesioni. Spesso, in pazienti caratterizzati da un importante danno solare accumulato, può essere indicazione ad un trattamento ulteriore (forme estese e/o plurifocali, alcune forme neoplastiche).
La terapia fotodinamica con luce rossa ( PDT), trova una promettente indicazione anche in numerose patologie dermatologiche, il suo impiego è continuamente al vaglio e si sta progressivamente ampliando, comprendendo affezioni quali l’acne ed alcune patologie infiammatorie della pelle, le verruche, il fotoinvecchiamento del volto ed altre.
Ad oggi trova però una indicazione specifica ed elettiva accreditata nel trattamento dellecheratosi attiniche: si tratta di una alterazione della pelle di natura precancerosa molto comune nella pelle bianca ad una certa età, espressione di danno solare, ed anche in alcune forme di carcinoma della pelle (carcinoma spinocellulare in situ, carcinoma basocellulare superficiale).
La selettività della PDT sulle cellule epiteliali alterate comporta la possibilità di agire anche su aree della pelle alterate ma non percettibili nemmeno ad una indagine ravvicinata o strumentale, ovvero su aree che ancora non manifestano palesemente la loro disfunzione ma che, nel tempo, sono a rischio di produrre nuove lesioni epiteliali precancerose (cheratosi attiniche) o francamente neoplastiche (campo di cancerizzazione). La PDT svolge in questo modo una attività terapeutica e nel contempo preventiva.
La selettività dell’azione della terapia fotodinamica garantisce un ripristino ottimale della superficie cutanea, rispetto alle tecniche di trattamento non selettivamente mirate, e produce un risultato estetico abitualmente molto pregevole.
Le alternative alla PDT sono il curettage la asportazione chirurgica (indicata in casi dubbi per perfezionare la diagnosi con un esame istologico), la crioterapia (distruzione per congelamento), la diatermochirugia (distruzione termica), in alcuni casi la radioterapia (con radiazioni X), la laser terapia: tutte queste metodiche non hanno una selettività per le cellule alterate, sono più invasive e non specifiche rispetto alla PDT, ma trovano tutt’ora una indicazione in lesioni isolate/singole o quando non è possibile procedere alla PDT.
L’azione selettiva della terapia fotodinamica sulle cellule alterate della superficie della pelle permette una azione terapeutica mirata e ottimizza la preservazione dei tessuti sani, migliorandone complessivamente la qualità strutturale, lo stato di salute e, non da ultimo, ripristinandone un aspetto più gradevole e normalizzato.